La mente umana è programmata per reagire alla paura con la risposta di lotta o fuga, un meccanismo di sopravvivenza che ci protegge dai pericoli.
Tuttavia, nel contesto sportivo ma anche nella vita di tutti i giorni, questa risposta può essere attivata da minacce percepite, come la paura di deludere gli altri e il timore di fallire, piuttosto che da pericoli reali. Comprendere questo meccanismo può aiutarti a capire che la paura non è necessariamente un segnale di una vera minaccia, quanto piuttosto un’emozione che può essere compresa e usata nel modo migliore.

A me piace immaginare la paura come un bodyguard personale, uno di quei tipi palestrati che vedi nei film d’azione, sempre in allerta per proteggerti da ogni possibile pericolo. Questo bestione è costantemente al tuo fianco, guardandosi intorno alla ricerca di minacce, sempre pronto a spingerti lontano al minimo accenno di rischio.
Ma c’è un problema: il tuo bodyguard spesso esagera, vedendo pericoli laddove non ci sono.

Ha la tendenza ad allarmarsi di fronte alle sfide più banali o ai più piccoli cambiamenti, tenendoti lontano da qualsiasi situazione che potrebbe causarti anche il minimo disagio. Ti sussurra incessantemente all’orecchio: “E se sbagliassi? E se fallissi? Forse non sei all’altezza…”

Ora immagina cosa accadrebbe se seguissi sempre i suoi consigli: probabilmente eviteresti gli errori, i fallimenti e le delusioni ma allo stesso tempo rinunceresti a ogni opportunità di successo e di crescita, oltre che alla possibilità di sviluppare a pieno le tue potenzialità e di raggiungere i tuoi obiettivi.

E allora come interagire con questo bodyguard paranoico e iperprotettivo?

Ecco quello che puoi fare per affrontare al meglio la paura e non farti bloccare.

  1. Riconoscila.

    Accettare di provare paura è il primo passo verso la gestione di questa emozione. Riconosci che il tuo bodyguard personale è presente per una ragione valida: proteggerti. È cruciale, tuttavia, ricordare che per crescere e migliorarsi è necessario affrontare nuove sfide.

  2. Parlaci.
    Comunica con il tuo bodyguard, ringrazialo (ricorda che la sua intenzione è quella di proteggerti) e digli cose del tipo: “Apprezzo il tuo intento protettivo, ma in questa situazione non sono realmente in pericolo. Questa sfida è essenziale per me. È attraverso di essa che posso crescere e diventare più forte.”

  3. Controlla.

    È fondamentale stabilire quando ascoltare la paura e quando invece procedere nonostante essa. E quindi comprendere se si tratta di pericolo reale o meno. Il disagio, la delusione e tutte le emozioni spiacevoli che non vogliamo provare vengono percepite come minacce, ma di fatto non costituiscono un pericolo per la tua vita. Ricorda che a prescindere da quello che stai provando, sei tu a detenere il potere di scegliere come agire.

  4. Fidati.

    Incoraggiati a prendere decisioni basate sulla fiducia nelle tue capacità, anziché sulla paura. Ogni volta che superi un ostacolo, dimostri al tuo bodyguard – e a te stesso – che sei perfettamente capace di affrontare la situazione.

Di recente ho lavorato con Mattia, un giovane tennista che era paralizzato dalla paura di deludere il suo coach e i suoi genitori ogni volta che entrava in campo. Il suo “bodyguard” gli ripeteva di continuo cose di questo tipo: ”Se perdi deluderai tutti…Devi vincere per fare felici i tuoi genitori”.
La sua paura era così forte che influenzava negativamente le sue prestazioni. Con un lavoro mirato ha imparato a riconoscere la voce del suo “bodyguard” interiore, capendo che la sua paura era un segnale di quanto ci tenesse a fare bene. Attraverso il dialogo interno positivo e altre tecniche di Coaching è riuscito ad affrontare la paura migliorando notevolmente le sue prestazioni e la sua sicurezza.

Riconoscere il valore della paura come segnale, piuttosto che come un ostacolo insormontabile, trasforma ogni sfida in un’opportunità di superare i propri limiti, sia in campo che nella vita. Vedere questo sentimento come un compagno di viaggio, che ci avvisa quando è il momento di prestare attenzione ma che non deve dettare ogni nostra scelta, ci permette di affrontare le sfide con equilibrio e sicurezza.

Ciò significa abbracciare il rischio come parte integrante della nostra crescita, imparando da ogni esperienza per diventare atleti più forti e consapevoli. La vera forza risiede nella capacità di ascoltare la nostra paura, valutare il suo messaggio, e poi decidere con coraggio il percorso da seguire, con la consapevolezza che ogni passo avanti ci avvicina alla realizzazione dei nostri obiettivi più ambiziosi.