Lo diceva molto tempo fa il filosofo Marco Aurelio:

“La felicità della tua vita dipende dalla qualità dei tuoi pensieri”.

È innegabile: i pensieri sono ciò che più influenza la nostra esistenza quotidiana, il nostro benessere, il nostro successo. Capita spesso che un’intera giornata sia condizionata da una sensazione o da una riflessione, dal mattino fino alla sera, senza che riusciamo a liberarci: la mente potrebbe e dovrebbe essere la nostra migliore alleata, ma spesso diventa la nostra peggiore avversaria.

Non è raro che un pensiero automatico abbia come conseguenza uno stato d’animo negativo duraturo. Ma come bisogna comportarsi in tali circostanze? Davvero dobbiamo accettare di essere dominati da quello che crediamo e proviamo?

La risposta a questa domanda, ovviamente, è no. La mente è uno dei mezzi più potenti che possediamo, ed è indispensabile sfruttarla al meglio per condurre una vita serena e fruttuosa. È essenziale capire come lavorare sulla qualità dei pensieri che ci attraversano, orientandoli a nostro vantaggio e non a nostro discapito.

Partiamo da un presupposto fondamentale: il compito della tua mente non è quello di renderti felice, sereno, affermato, la mente è biologicamente progettata per preservare la nostra vita e farci sopravvivere. La nostra mente è una macchina per la sopravvivenza. E anche se nel corso dei secoli la razionalità umana si è sviluppata sempre di più, ha conservato il suo primordiale istinto di sopravvivenza. Questa è la nostra, per così dire, “componente animale”, in perenne lotta con il lato più logico e metodico di noi stessi.

Questo aspetto si acuisce ulteriormente quando ci troviamo in una situazione di pericolo, o almeno in un contesto che interpretiamo come rischioso o incerto. In parole povere, la mente tende a individuare minacce anche laddove non ci sono: come detto, il suo scopo è preservarci, non provvedere alla nostra felicità!

Per usare una metafora possiamo dire che la mente è la nostra guardia del corpo, una guardia del corpo iper protettiva e spesso paranoica. Ma se la mente è la guardia del corpo, non dimenticare che tu sei il capo! La mente lavora per te e non tu per lei. I pensieri sono al servizio dell’uomo – e non viceversa.

Ecco perché è importante imparare a distinguere le insidie effettive da quelle immaginarie.
Infatti, mentre migliaia di anni fa l’essere umano si trovava in ambienti in cui i pericoli erano reali e frequenti, oggi la maggior parte delle cose per le quali ci preoccupiamo accade solo nella nostra testa.

Il 91% delle cose di cui ti preoccupi non accadrà mai

Ma come possiamo arrivare a fare questa distinzione?
Non fidandosi di tutto ciò che ci passa per la mente, non credendo ad ogni nostro pensiero.

La consapevolezza più grande ed importante che tu possa raggiungere è questa: tu non sei la tua mente, tu non sei i tuoi pensieri. Tu HAI una mente ma non sei la tua mente. Esattamente come hai due mani ma non sei le tue mani. La mente è una parte di te ma non sei tu. Tu non sei la voce nella tua testa, sei quello che può sentire la voce nella tua testa. La mente è uno strumento da utilizzare per affermarci nel mondo, per svolgere i compiti di ogni giorno, per discernere quello che accade intorno a noi e regolarci di conseguenza. Non va mai considerata, al contrario, un elemento che prevale sul nostro equilibrio e sulla nostra stabilità.

A nessuno però viene fornito il libretto di istruzioni della propria mente, per questo ci ritroviamo spesso travolti dal chiacchiericcio interiore, dalla ruminazione mentale e dalle conseguenti emozioni spiacevoli.

Come possiamo disattivare il pilota automatico della nostra mente e non cadere nelle trappole di pensiero che esso genera?

Come detto primo la cosa più importante è la consapevolezza che tu non sei quella voce dentro la tua testa e non devi credere a tutto quello che ti dice. Devi iniziare a considerare i tuoi pensieri come mere informazioni e trattarli come tutte le altre informazioni che ti arrivano dall’ambiente. Esattamente come non credi a tutto ciò che senti, leggi o che gli altri ti dicono, non credere ad ogni pensiero che ti passa per la mente.

Per cui quando arriva un pensiero che ti provoca delle sensazioni spiacevoli, per prima cosa ringrazia la tua mente per l’informazione (ricorda che lo fa per un nobile intento, farti sopravvivere) ma poi analizzala e scegli cosa fare di quell’informazione.

Meditazione e mindfulness, sono discipline che aiutano a liberarsi dall’identificazione con la mente e con i propri pensieri. Ma meditare non significa controllare la mente o sbarazzarsi dei pensieri e delle distrazioni. Meditare è come stare sul ciglio della strada e osservare le macchine che passano, le auto sono i tuoi pensieri. Non devi buttarti in mezzo al traffico o rincorrere le auto, devi solo guardarle. Meditare significa cambiare il nostro rapporto con i pensieri e i sentimenti che passano.

E allora ti lascio con un semplice esercizio da fare tutti i giorni per iniziare a cambiare e migliorare il rapporto con la tua mente e i tuoi pensieri.

  •  Scegli un momento della giornata in cui sei ben sveglio e vigile. Sistemati in un posto comodo, seduto o sdraiato.
  •  Inizia con gli occhi aperti, prendi consapevolezza dello spazio che ti circonda e fai qualche respiro profondo. Mentre inspiri nota come i polmoni si riempiono d’aria e il corpo si espande. Mentre espiri nota come il corpo si rilassa.
  • Ora chiudi dolcemente gli occhi e prenditi un’istante prima di fare qualsiasi altra cosa, per apprezzare e godere della sensazione di essere in pausa, di non avere niente da fare. Percepisci il senso del peso, il peso del corpo che preme sulla superficie sotto di te.
  • Prenditi un momento per notare quello che ti circonda, senza guardarti intorno, fai solo caso ai diversi suoni, senza cercare di escluderli.
  • Cerca di notare come si sente il tuo corpo, mentre prendi consapevolezza delle sensazioni corporee, osserva con maggiore attenzione il tuo respiro. Non devi modificare il tuo respiro, lascia che il corpo lo faccia da solo. Senti come si muove il respiro nel corpo. Se fai fatica a percepirlo, appoggia una mano sull’addome.
  • Ricordati che è sorgeranno di sicuro dei pensieri e la mente inizierà a vagare, devi solo notare quando questo succede e riportarla dolcemente al respiro.
  • Inizialmente nota se i respiri sono lunghi o corti, profondi o superficiali. Per rendere più facile la focalizzazione sul respiro, puoi contare i tempi di inspiro e di espiro.
  • Non farti coinvolgere dai pensieri, permetti loro di andare e venire. Ogni volta che la mente divaga, notalo e poi riporta con dolcezza la mente al respiro.
  • Ora per qualche istante, distogli l’attenzione dal respiro e, per qualche secondo, lascia che la mente faccia ciò che vuole e poi riporta delicatamente l’attenzione al tuo corpo, alla sensazione di pesantezza e non appena ti senti pronto puoi riaprire gli occhi. Ma prima di muoverti prenditi un istante per sentire come si sente il tuo corpo e la tua mente.

Per approfondimenti e ulteriori esercizi ti suggerisco il libro “Libera la mente: dieci minuti al giorno possono fare la differenza”, di Andy Puddicombe.
Dello stesso autore puoi trovare su Netflix una serie di brevi guide alla meditazione: Le guide di Headspace.